Quel giorno uscì dal lavoro prima del solito.

Passò a prenderlo e si misero in viaggio.

Agrate, Cavenago, Trezzo, Capriate, Dalmine, Bergamo, Seriate, Grumello, Ponte Oglio, Palazzolo, Rovato, Ospitaletto, Brescia, Desenzano, Sirmione, Peschiera, Sommacampagna, Verona.

La macchina macinava chilometri e lui emozioni.

Per quello che stavano vivendo, per quello che avrebbero fatto insieme.

Mai così prima d’ora. Forse mai più così.

Davanti l’Arena.

Calò il buio e con lui il silenzio.

Keith, Gary e Jack lo riempirono: standard, variazioni, dialoghi, assoli.

Il jazz come la vita, insomma.

Quella che il padre gli aveva insegnato. Con il suo esempio.

Verona – Agrate: una striscia d’asfalto lieve, infinita.

Emozionato, si godeva ogni secondo di quel tutto.

Lasciò il padre a casa e si diresse dalla sua nuova famiglia. Per essere esempio.

Arena di Verona KeIth Jarrett 2004

Foto e testi di Andrea Dell'Orto

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